Vi ricordiamo che entro il 10 dicembre 2016 deve essere inviata all’INPS la raccomandata per interrrompere i termini di prescrizione del diritto al rimborso di quanto non percepito (fac simile in allegato).
Di seguito i precedenti comunicati:
“Cari amici,
abbiamo letto un comunicato sindacale ,scritto dal suo Segretario Nazionale Pensionati , in cui si critica quanto abbiamo proposto sul blocco delle pensioni per gli anni 2012 e 2013. Come sapete, dopo aver ascoltato diversi pareri legali e diversamente da quanto suggerito nel suddetto comunicato , abbiamo sconsigliato agli iscritti un’ azione legale , viste le sentenze negative già emesse, (vedi allegato) e proposto l’ invio di una raccomandata all’ I.N.P.S. per interrompere i termini di prescrizione del diritto al rimborso di quanto non percepito. Senza voler polemizzare e riconoscendo a tutti il diritto di esprimere il proprio pensiero, riteniamo doveroso chiarire subito che intraprendere un’ azione legale significa rinunciare alla propria autonomia e delegare la gestione del ricorso ad un avvocato o ad una delle tante società ,di cui molte costituite proprio per lavorare su questa specifica situazione (dove sono previsti facili guadagni) . In pratica si rinuncia alla possibilità di avere le mani libere sia quando matureranno le varie fasi del percorso decisionale ( Corte Costituzionale , interventi del Governo ed altre situazioni non immaginabili oggi ) sia quando ci saranno elementi definitivi , elementi che potrebbero di volta in volta anche sconsigliare o rendere inutile un’ azione legale . A fronte quindi del nostro suggerimento che non ha costi e che lascia ampia libertà ai pensionati di verificare l’ evolversi dei fatti e agire responsabilmente quando ci saranno elementi certi , dando la delega ad uno studio legale non solo si rinuncia alla propria iniziativa ma ci si impegna da subito a corrispondere una somma per avviare la “pratica” ed a procurarsi una copiosa documentazione da consegnare al legale per avviare il rapporto , dopodiché che cosa succede ? Sicuramente ,come abbiamo proposto noi, si farà la pratica di interruzione dei termini di prescrizione che non costa niente ed è di facile attuazione, successivamente , nel migliore dei casi, si attenderà che succeda qualche cosa per capire come intervenire oppure si promuoverà un’ azione legale generica ,con relativi costi ,che servirà a poco viste le sentenze emesse fino ad ora . Tutto questo comunque in attesa di avere gli elementi certi per procedere a quelle azioni che potranno fare tutti i pensionati interessati senza aver prima pagato per prestazioni non indispensabili. Tornando poi al testo del comunicato sindacale da cui abbiamo preso lo spunto per le nostre precisazioni , vediamo che insieme ad altri siamo accusati di aver tenuto un“ BASSO PROFILO” su questo problema quando invece è documentato che siamo stati tra i primi ad occuparcene, a discuterne nella nostra Assemblea Generale ,a valutarne l’ importanza e a fornire ai nostri iscritti gli strumenti più semplici ed efficaci per affrontarlo. Siamo certi peraltro che l’ unico “BASSO PROFILO” che abbiamo adottato è quello di aver privilegiato responsabilmente l’ autonomia dei nostri associati ed evitato che si mettessero le mani nel loro portafoglio fino a quando ci sarà o meno la certezza di poter contare su elementi certi per affrontare e vincere un’ eventuale azione legale.”
“Tra le problematiche trattate dal Consiglio Direttivo e dall’Assemblea Generale riuniti nei giorni 19 e 20 maggio u.s., è emersa la volontà di seguire la situazione relativa al blocco della rivalutazione automatica delle pensioni superiori a € 1.088,00 netti, blocco effettuato per gli anni 2012-2013 ma che economicamente si ripercuote sulle pensioni degli anni successivi per somme non indifferenti.
Come sappiamo la Corte Costituzionale nella sua sentenza n. 70/2015 ha dichiarato illegittimo tale blocco, con la conseguenza che da parte governativa sono state prese in considerazione misure parziali, misure oggetto di un nuovo ricorso alla suddetta Corte Costituzionale.
Al fine di evitare che il protrarsi dei vari giudizi possa far cadere in prescrizione il diritto al pagamento di tali somme, vi suggeriamo di inviare all’INPS una raccomandata A/R con il testo che alleghiamo, debitamente compilato, che servirà ad interrompere i termini di prescrizione.
Successivamente, se la prima sentenza sarà confermata, la nostra Associazione si attiverà per verificare la possibilità di aderire ad azioni legali collettive per ottenere l’intera rivalutazione dell’importo pensionistico.”