Rai Milano. Toni Neglia, la mitica “Giraffa” di Corso Sempione.
di Angela Boscaro
Antonio Neglia detto TONI è l’ultimo microfonista che ha utilizzato la giraffa a Milano. Con la sua passione e il lavoro di restauro ha recuperato da 3 rottami tutti i pezzi utili per l’opera che oggi è esposta nel CP di Milano al piano dirigenziale e di accesso allo studio TV4 utilizzato per i telegiornali. Ogni volta che abbiamo aperto le visite al pubblico Toni ha prestato la sua opera per rendere vivo e comprensibile il funzionamento di questo strumento di lavoro.
L’ultima occasione è avvenuta venerdì 14 giugno 2024 per il BimboRai giornata di accesso per i figli dei dipendenti e i nipoti dei RaiSenior.
Siamo sempre grati a Toni per la sua continua e costante presenza, utile a diffondere il nostro operato con chiunque sia nostro ospite.
Quest’anno insieme a Toni ha animato il pomeriggio d’incontro con la giraffa, Samuele, nipote dello scomparso Totò Artuso che negli anni scorsi è venuto come partecipante alla giornata BimboRai e quest’anno, oramai maggiorenne, in onore al nonno ha dedicato il suo tempo per i nostri piccoli visitatori.
…Erano solo gli anni 50…
di Antonio Neglia
Si è sempre chiamata così, ed è rimasta tale nell’iconografia della storia della TV, ma è chiaramente un soprannome o un’interpretazione tutta italiana che pare le affibbiarono le maestranze quando la videro per la prima volta.
Il suo vero nome è Microphone Boom with Perambulator in questa versione più prestigiosa dotata di pedana elevabile e carrello per la deambulazione, perché lo stesso tipo di braccio poteva essere istallato su un piedistallo più semplice. La giraffa arriva negli studi RAI di corso Sempione nei primi anni 50 e per anni è stato l’unico mezzo a disposizione per la ripresa audio in particolare per la prosa, i cosiddetti romanzi sceneggiati. Ma naturalmente è di derivazione cinematografica, dalle prime rudimentali poco dopo l’invenzione del sonoro fino a quelle a piedistallo alto intorno agli anni 40.
Dalla testimonianza estremamente attendibile riportatami dal collega Totò Artuso, uno dei primi microfonisti degli studi TV, la prima giraffa utilizzata fin dalla sperimentazione (quindi anche prima del 1954) viene presa in prestito dagli studi cinematografici della ICET in funzione già dal 1945 nel vicino quartiere Barona. Si trattava però di un mezzo vetusto e poco performante e data la complessità tecnica delle prime commedie e trasmissioni tutte in diretta, nasce l’urgenza di dotarsi di mezzi di ripresa audio più efficienti.
All’epoca le aziende che producevano le migliori giraffe broadcast sono le americane Mole Richardson e la J.L.Fisher, entrambe situate in California e individuate tramite immagini su riviste cinematografiche. Vengono ordinate le prime, (per la consegna, oltre ai tempi di realizzazione, occorrevano 40 giorni di navigazione) probabilmente da 4 a 6 Mole Richardson modello 103b con carrello deambulatore modello 106b collocate negli studi TV3, TV2 e il vecchio TV4 (all’epoca collocato sotto il palazzo della Finanza). Il microfono generalmente adottato era un RCA type 77D soprannominato in dialetto milanese “el bumbetta” e sostituito poi dal più efficace e famoso RCA BK 5. Siccome non sufficienti, quella utilizzata per la trasmissione Lascia o Raddoppia in onda dal Teatro della Triennale in parco Sempione (e non negli studi della Fiera come erroneamente scritto in rete) veniva fisicamente trainata con la Lambretta da Totò Artuso avanti e indietro da Corso Sempione al Teatro.
Con l’apertura dei tre nuovi studi della Fiera di Milano nel 1961, la RAI deve necessariamente implementare i mezzi di ripresa e a questo punto il racconto si perde nella memoria; Non si riesce a ricostruire la motivazione esatta ma di fatto a quel punto la RAI non acquista altre giraffe dagli Stati Uniti ma decide di farle realizzare in Italia individuando Un azienda di tutt’altro settore, la nautica, in effetti simile per tipo di meccanica: la O.M.A.N. (Officine Meccaniche Apparecchi Nautici) situata a Trieste. Le officine navali non solo realizzano magistralmente una copia esatta nel dettaglio dei precedenti modelli Mole Richardson, ma la implementano di alcune migliorìe quali l’orientamento “tilt” (verticale) del microfono e una guida in rilievo sul tubo estensibile che ne impediva la torsione in uscita (difetto che aveva l’originale americana).
Il lento ma inesorabile tramonto dell’utilizzo di questo mezzo inizia dopo la metà degli anni 80 per motivi tecnici vari: l’eccessivo ingombro e l’invasiva presenza nell’inquadratura, non sempre pertinente. Inoltre, il problema delle ombre ormai difficili da evitare e l’esigenza di diffondere il parlato anche in studio, cosa non compatibile con quel mezzo antico.
E per finire, di pari passo i miglioramenti della tecnologia dei radiomicrofoni ormai divenuti sempre più affidabili. L’ultimo utilizzo di questo modello O.M.A.N. insieme alle più recenti Fisher modello 7 risale al 1992 per la Soap Opera “Secrets”, realizzata negli studi della fiera in presa diretta e lingua originale inglese. Il restauro è stato realizzato selezionando le parti recuperabili di tre Giraffe O.M.A.N. uguali. Le originali americane Mole Richardson che avrei voluto restaurare sono purtroppo andate perdute.