di Antonio Calajò e Umberto Casella
Sull’ultimo numero di “Nuova Armonia” appena inviato ai nostri iscritti, nell’editoriale di apertura del giornale, insieme al saluto della vecchia Presidente Marinella Soldi, troverete anche una nota del nostro Presidente Antonio Calajò e del Direttore Responsabile di Nuova Armonia Umberto Casella, in cui si ricorda la storia di RAI Senior, sin dalla nascita, e il valore aggiunto che RAI Senior è sempre stata per la nostra Azienda. Una lettera-aperta, tutta da leggere e da far circolare tra tutti i nostri colleghi e compagni di lavoro.
Per comprendere appieno la nostra associazione è opportuno andare indietro negli anni.
Il periodo compreso tra il 1933 (istituzione dell’IRI) e il 1993 (anno di scioglimento del Ministero delle Partecipazioni Statali) è un sessantennio nel quale l’intervento pubblico nell’economia è passato dall’azionariato pubblico, in cui lo Stato era proprietario diretto o indiretto (per il tramite degli enti autonomi di gestione), a quello che viene definito il sistema delle partecipazioni statali.
Il sistema era dunque costituito da quelle imprese organizzate in forma di società di diritto privato, di cui lo Stato deteneva, attraverso enti di gestione (in particolare IRI, ENI), la maggioranza del capitale, o comunque una quota che ne assicurava il controllo. La nascita di tale sistema viene fatto risalire alla legge 1589/1956 istitutiva del ministero per le Partecipazioni Statali e la fine di tale era coincide con il referendum abrogativo del Ministero.
Nel primo dopoguerra nasce e si sviluppa una forte contrapposizione tra le categorie degli specializzati e le categorie impiegatizie, funzionari, dirigenti e giornalisti; una situazione che induce il Governo e l’IRI a trovare formule di composizione e di raffreddamento del clima rissoso.
Nel 1953 la Direzione Generale della Rai, d’intesa con il Governo, crea il GAR – Gruppo Anziani Rai – e una serie di agevolazioni economiche e offerta di spazi all’interno delle Sedi per consentire lo sviluppo armonico dei nuovi gruppi associativi. Tutto questo unitamente alla creazione delle Premiazioni annuali con feste interne ricche di premi come orologio d’oro e l’erogazione di contributi monetari.
Un sistema che è andato avanti negli anni fino al 2021 quando il Direttore Risorse Umane decide, senza motivazione, di sospendere l’erogazione monetaria. Certamente l’Associazione si domanda il motivo di tale frettolosa motivazione e si chiede ancora se è una “mossa” per indebolire il servizio pubblico radio e televisivo. È questo l’aspetto fondamentale.
Dal maggio 1953 atto di nascita di Raisenior il servizio pubblico si è rafforzato: la nostra Associazione è un pilastro fondamentale e di supporto alla RAI per il mantenimento del servizio radio e tv ai cittadini, come ben identificati nella nostra Costituzione. La programmazione è il frutto delle risorse professionali interne ed esterne, non è certamente dei pochi dirigenti che governano la Rai al settimo piano di viale Mazzini e nei vari corridoi dove dimorano i Capi Struttura.
Un conto è “dirigere”, ben altro è “promuovere e programmare” lo spettacolo, l’intrattenimento, eventi culturali, l’informazione nazionale e l’informazione delle Sedi Regionali.
Questo è il vero problema; sminuire o peggio ancora demolire Raisenior è come dare uno schiaffo a tutti ai liberi cittadini, a tutti i fruitori come è ben garantito dalla nostra Costituzione Italiana. La nostra Associazione è dal 1953 il vero pilastro del servizio pubblico radio e televisivo.