
Un successo strepitoso, un trionfo della critica, ma soprattutto una festa di ragazzi inimmaginabile.
di Pino Nano
Questa è stata la serata speciale del Giubileo dei Giovani Francesi all’Auditorium della Conciliazione e dedicata a Charles de Foucauld, religioso francese, esploratore del deserto del Sahara, studioso della lingua e della cultura dei Tuareg, proclamato beato da papa Benedetto XVI e canonizzato poi da papa Francesco.
Titolo della rappresentazione, “Come un viaggiatore nella notte”, non è altro che uno spettacolo di grande coinvolgimento scenico e di grande suggestione corale, un concerto con oltre 50 artisti in scena, completamente ispirato alla figura di Charles de Foucauld, e che tra i protagonisti di rilievo ha visto l’altra sera a Roma la giornalista romana Fatima Lucarini, non nuova a esperienze teatrali di questo genere.
Ma perché uno spettacolo dedicato a Charles De Foucauld?
“Perché i giovani – risponde Fatima Lucarini– possano finalmente toccare con mano una storia di preghiera e di fede profonda. Nato in Francia, a Strasburgo, il 15 settembre 1858, Charles de Foucauld ha tutte le caratteristiche ideali per diventare un testimone del suo tempo e una icona moderna per i giovani di oggi. Lui è un uomo che attraversato con coraggio i diversi passaggi della sua vita, è stato ufficiale, esploratore, monaco, prete, eremita, missionario… e la sua affascinante testimonianza di fede può essere di ispirazione ancora oggi. L’evento, proposto nell’ambito del Giubileo, è stato voluto e promosso dai Pii Stabilimenti di Francia a Roma e Loreto, dalla Conferenza Episcopale Francese e patrocinato dall’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede, per far conoscere il percorso umano e spirituale di Charles de Foucauld fino alla sua violenta uccisione in Algeria, nell’eremitaggio di Tamanrasset, il primo dicembre 1916”.
L’opera è stata scritta dal compositore Marcello Bronzetti (il FedeleAmato), già autore di numerosi oratori per divulgare storie di persone che hanno cercato di vivere nell’amore di Dio, come Madre Teresa di Calcutta, Bernadette Soubirous, Sant’Agostino, San Francesco. Bronzetti ha collaborato, per i testi, con mons. Paolo Ricciardi, vescovo di Jesi e che, da parroco a Santa Silvia a Roma, ha seguito e promosso le attività del coro “Fideles et Amati”. L’autore si è inoltre confrontato con padre Andrea Mandonico della Società delle Missioni Africane, teologo e vicepostulatore di Charles de Foucauld, missionario canonizzato vi dicevo prima il 15 maggio 2022 da Papa Francesco.

Protagonisti di questa serata bellissima all’Auditorium di Roma sono stati il coro e l’orchestra “Fideles et Amati”, diretti dal mastro Tina Vasaturo. Tra gli interpreti, insieme a Fatima Lucarini, anche Fabio Fois, Lamberto Allegritti, Laura Ferrari, Rossella Mirabelli e Chiara Tettoni.
“Questo oratorio, cantato in lingua italiana- racconta Fatima Lucarini– “è nato in occasione delle celebrazioni ufficiali per la canonizzazione di Charles de Foucauld ed è stato pensato con un linguaggio moderno, per offrire al pubblico la possibilità di conoscere la spiritualità di un uomo dalla cui vita sono nate tante esperienze di vita religiosa”. Due serate, aperte a tutti e ad ingresso libero, che ha visto presenti in massa i giovani francesi presenti a Roma per il Giubileo.
Vi dicevo del coro che ha animato queste due serate romane, un coro formato da non professionisti, in gran parte impegnati a loro volta in varie attività parrocchiali, ai quali si sono aggiunti negli anni elementi provenienti da altre zone della capitale. Direttore da sempre dal 2000 (anno di inizio coro): Tina Vasaturo, diplomata in violino e iscritta al corso di composizione e direzione di coro del conservatorio di Perugia. Oltre alla musica di repertorio, la corale rappresenta opere musicali originali, in forma di Oratori Sacri composti da Marcello Bronzetti (il FedeleAmato); ciò avviene anche al di fuori della realtà territoriale, sia a Roma che in numerose altre città italiane, e anche all’estero (Avila, Lourdes). Ce lo ricorda bene la tessa Fatima Lucarini: “Con gli Oratori ispirati alle figure di Madre Teresa di Calcutta e di Charles de Foucauld, la corale ha avuto l’onore di intervenire alle celebrazioni ufficiali per la rispettiva canonizzazione. Di alcuni Oratori sono stati incisi dei cd, il cui ricavato viene impiegato esclusivamente a sostegno di iniziative di solidarietà. La corale è aperta a tutti, senza necessità di particolare preparazione: l’obiettivo è solo quello di lodare Dio attraverso l’espressione musicale di ciascuno”. Bellissimo davvero.

Ma chi in realtà Fatima Lucarini?
Giornalista pubblicista, Fatima Lucarini nasce a Roma, e fin da piccola è affascinata dal mondo dello spettacolo. Corista a otto anni nel coro polifonico Laeti Cantors, inizia a cantare in un complesso femminile per poi approdare in Rai come presentatrice di trasmissioni per ragazzi. È attrice in una serie di telefilm Sulla rotta del Morosini, in onda su Rai 1 e approda in teatro con Garinei&Giovannini nel Musical “Pardon Monsieur Moliere” nel ruolo di Lucilla come cantante-attrice. Continua la sua carriera musicale cantando per Daniele Ricci, fondatore dell’opera Rock cristiana in vari musical pubblicate dalle Edizioni Paoline “Kolbe: fate della vita un dono” – “Il Risorto” – “Il Messia” – “Chiara e il suo sposo”. Da anni collabora come cantante-attrice per oratori sacri “Libera nos a malo” – “Il baco e la farfalla” – “El me Paron” – Esperanza – Mother – Troppo Grande Amore – Aquerò (quest’ultimo presentato a Lourdes in occasione del 160° anniversario delle apparizioni), con coro e orchestra dal vivo. Corista di Renato Zero in Zeropera, interpreta Madre Teresa nel musical di Paulicelli “Madre Teresa il Musical”. È protagonista del Musical “Chiara e il suo sposo” dedicato a Chiara Lubich e di vari Recital e Oratori sacri, in qualità di attrice e cantante.

Vi racconto mio padre Spartaco Lucarini
Fatina Lucarini, figlia d’arte? Sotto certi aspetti lo è anche, perché in realtà Fatima Lucarini si porta dietro un bagaglio morale umano e sociale davvero invidiabile. Suo padre è stato uno dei grandi protagonisti veri del rinascimento della Chiesa cattolica.
Nato nel 1924 a Cortona (Italia), autore di numerosi articoli, saggi, libri, consigliere comunale, giornalista, Spartaco Lucarini fu in realtàuno dei primi focolarini sposati. Collabora con Chiara Lubich alla nascita del movimento Famiglie Nuove e diventa primo direttore della rivista “Città Nuova”. Nei suoi scritti affronta temi scottanti per quegli anni come quelli del divorzio, dell’aborto, dell’emancipazione della donna, della ribellione dei figli, della crisi della politica e della democrazia. Nel 1949 sposa Iolanda Castellani e insieme condivideranno una vita impegnata e costituita da molteplici interessi comuni. Dal loro matrimonio nasceranno cinque figli, Maria Chiara, Gianni, Piergiorgio, Bernadette, Fatima. Si spegnerà a Roma in seguito a una grave malattia nel 1975 a soli 51 anni.
Mi piace molto recuperare una intervista rilasciata al Movimento dei Focolari qualche anno fa e in cui Fatima Lucarini ricorda suo padre con un una dolcezza e una malinconia davvero speciali: “Mio padre era soprattutto un uomo di preghiera. Un episodio che ricordo bene era quando in estate andavamo a Cortona dai nonni e la domenica eravamo presenti alla messa al Duomo delle 11.00. Lui restava assorto in preghiera, in ginocchio, dopo la conclusione della messa mentre lo aspettavamo fuori e io rientravo sempre in chiesa pregandolo di uscire, tirandogli anche la giacca. Un giorno mi ha detto: “Siediti vicino a me. Sai Fatima, io ti devo chiedere scusa ma quando parlo con Gesù, non mi accorgo del tempo che passa. È talmente così bello che non me ne rendo conto”. Da quel giorno non l’ho più chiamato, rispettando questo suo momento di preghiera…Di notte, quando a volte mi alzavo, lo trovavo sempre al lavoro, chinato sulle sue carte. Ogni sera faceva il giro delle camere di noi figli, ci segnava con un piccolo segno di croce sulla fronte per augurarci la buona notte e a volte facevo finta di dormire aspettando questo rito. Quando tornava a casa dopo una conferenza ci mostrava una busta nella quale c’era il compenso per quel lavoro e io, che non capivo ancora il valore dei soldi, gli dicevo: “Ma ti hanno dato così poco, solo un pezzo di carta?”. E lui mi rispondeva dicendomi che con quel “pezzo di carta” una famiglia poteva andare avanti anche per un mese. E poi continuava: “Dato che non avete necessità particolari, che ne dite se diamo questi soldi a una famiglia che ha bisogno?”.
Che dirvi di più? Se lo spettacolo dovesse riandare in replica, non perdetevelo, perché ne vale davvero la pena. (Pino Nano)