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Rai Calabria, al via i programmi Arbëreshe. Antonio Calajò: “Gli auguri di RAI Senior”

10 Settembre, 2025 | Comunicazioni, Gli uomini e le donne che hanno fatto la RAI, Nuova Armonia

Massimo Fedele direttore della Sede RAI della Calabria

Giovedì 11 settembre 2025, una data storica per la RAI dei calabresi.

di Pino Nano

La Rai apre una nuova stagione culturale e linguistica in Calabria. Parliamo di una programmazione radiofonica e televisiva interamente in lingua arbëreshe, un ciclo di tredici mesi in tv e radio esclusivamente dedicato alla cultura arbëreshe. Un progetto che nasce dalla recente convenzione tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’informazione e l’editoria – e la Rai, e che sarà ora realizzato grazie al lavoro congiunto della Sede Regionale RAI per la Calabria e del Coordinamento delle Sedi Regionali ed Estere, una delle direzioni strategiche e fondamentali dell’Azienda di Stato.

A guidare il progetto è Alessandro Zucca in persona, Direttore della Direzione Coordinamento Sedi Regionali ed Estere, una vera e propria macchina da guerra nella vita e nella storia della RAI, un uomo che ha dato alla RAI il meglio della sua vita, e che oggi dirige appunto una delle strutture strategiche più efficienti di Viale Mazzini.

Alessandro Zucca, Direttore della Direzione Coordinamento Sedi Regionali ed Estere

Accanto a lui c’è Raffaella Santilli, instancabile vicedirettrice del Coordinamento sedi regionali ed estere, con alle spalle un curriculum da prima della classe e centiniaia di grandi eventi gestiti in prima persona sulla rete ammiraglia, ma ci sono anche il Direttore della sede Rai di Cosenza Massimo Fedele, e l’autore del progetto generale, che è Nicola Mastronardi.

E’ come tornare indietro nel tempo, agli anni 70, quando a Cosenza, dagli studi di Via Montesanto, partì ufficialmente la Terza Rete Regionale della RAI, esperimento devo riconoscere perfettamente riuscito, di una informazione regionale capillare e territoriale, ed è da allora che RAI Calabria racconta le minoranze linguistiche del territorio, attraverso centinaia e centinaia di ore di trasmissione radiofonica e televisiva che oggi sono il vero grande patrimonio culturale dell’azienda di Stato.

Quasi iconica la dichiarazione del Presidente di RAI Senior Antoio Calajò che gioisce di fronte alla notizia appena diffusa dalle agenzie di stampa.

RAI SENIOR NON PUO NON GIOIERE DIFRONTE ALL’ANNUNCIO CHE VIENE DATO OGGI E CHE DA’ FINALMENTE DIGNITA’ DI IMMAGINE E DI PAROLA ALLA LINGUA DELLA VECCHIA ARBERIA,E QUINDI ALLE POPOLAZIONI ALBANESI CHE VIVONO ANCORA IN ITALIA. MAI COME IN QUESTE OCCASIONI MI SENTO ORGOGLIOSO DI FAR PARTE DELLA GRANDE FAMIGLIA RAI, PERCHE’ QUESTA SI’ CHE E’ UNA RAI AL SERVIZIO DELLE PERIFERIE E DEI POPOLI CHE PER SECOLI NON HANNO AVUTO VOCE. OGGI LA LINGUA ARBERESHE DIVENTA FINALMENTE PATRIMONIO COLLETTIVO DEL PAESE E QUESTO E’ UN GIORNO DAVVERO SOLENNE ANCHE PER LA STORIA DELLA REPUBBLICA“.

Antonio Calajò presidente RAI Senior
Antonio Calajò Presidente RAI Senior

A fare da battistrada su questo fronte in quegli anni ’70 fu un intellettuale originario di Palmi, Antonio Minasi, mandato da Roma a Cosenza per avviare la delicatissima fase dei primi programmi regionali, un’operazione di immenso valore strategico sociologico e antropologico e che il vecchio dirigente RAI ha trasformato nel giro di pochi mesi dal suo arrivo in Calabria in un vero e proprio fiore all’occhiello del sistema TV-Italia.

Fu lui ad inventarsi, insieme alla sua squadra di registi e programmisti allora in erba, le prime perle televisive sul mondo arbereshe, i primi racconti sui paesi della diaspora, le prime cronache e i primi approfondimenti sulle tradizioni millenarie del popolo erede di Giorgio Castriota Scanderbeg. Ricordo uno dei tanti titoli dei programmi che portavano la sua firma “La magia della parola” che potrebbe diventare oggi il leit motiv di questa nuova fase della programmazione regionale della RAI calabrese. E la “magia della parola”, di cui allora parlava la struttura di Antonio Minasi, era appunto la magia della lingua arbereshe.

Ma come dimenticare anche il ruolo di Enzo Arcuri, allora giovanissimo cronista emergente diventato poi direttore della Sede RAI della Calabria e punta di diamante dell’informazione televisiva regionale, che fu tra i primi a realizzare dei focus sui paesi d’Arberia. Indimenticabile per me il suo “Le regine di Lungro”, marzo 1970, per “Cronache Italiane”, e insieme a lui bellissime e indimenticabili le cose prodotte poi da Vincenzo Pesce, Pietro Pisarra, Pietro De Leo, Vincenzo Armentano, Valerio Nataletti, Vito Teti, Annarosa Macri, Enzo Agapito, Roberto De Napoli, e Brunella Eugenii, che insieme a Vera Guagliardi erano di fatto la struttura di programmazione di Via Montesanto.

Ma prima ancora di tutti loro c’era già stato un giovane intellettuale napoletano, diventato poi direttore della sede calabrese della RAI, e poi ancora Rettore dell’Università di Urbino, il professore Enrico Mascilli Migliorini, che nel 1962 realizzò sui paesi arbereshe un programma così bello che nel 1963 gli valse il Premio Napoli, che era uno dei premi culturali più importanti di quegli anni in Italia. E credo abbia fatto bene tanti anni dopo anche l’ing.Demetrio Crucitti, allora direttore anche lui della RAI in Calabria (un dirigente che ha dedicato anni della sua vita a queste tematiche), a riproporne la proiezione nel grande studio televisivo di Cosenza alla presenza di Ilir Meta, Presidente della Repubblica d’Albania che per la prima volta veniva a visitare i locali della RAI di Viale Marconi.

E poi siamo venuti noi, la redazione giornalistica della RAI dei primi anni ‘80, i primi inviati, i primi corrispondenti, i primi collaboratori, uno per tutti Alfredo Frega che da Lungro ci inondava di notizie e di news che oggi farebbero gola ai grandi network internazionali, ed è nata così la grande rete di informazione delle comunità arbereshe di Calabria.

Sono 60 anni di lavoro ormai e di impegno professionale, ore e ore di trasmissioni radiofoniche e televisive che hanno reso questa comunità degna di diventare oggi punto di riferimento linguistico di una grande azienda come la RAI.

La politica ha fatto poi il resto, ma non ne parlerò qui oggi perchè in Calabria siamo in campagna elettorale, tra poco si vota per il rinnovo del Consiglio Regionale, e non vorrei che il racconto della verità dei fatti di questi anni possa passare invece come semplice promozione elettorale per qualcuno e contro altri. Non serve davvero a nessuno.

Nei fatti, però, la Rai, si riconferma meravigliosa custode delle diversità.

E’ con questo doppio binario televisivo e radiofonico, che la Rai si fa promotrice della diversità linguistica e culturale, offrendo da oggi in poi alle comunità arbëreshe della Calabria e a tutti i cittadini interessati a questo tema uno spazio di conoscenza e di memoria. Perché questo – lo dice con estrema chiarezza il direttore di Sede della RAI calabrese Massimo Fedele– è un progetto che unisce immagini e voci, passato e futuro, locale e nazionale, un racconto corale che riafferma il valore delle radici delle nostre popolazioni nel mondo contemporaneo.

La nuova programmazione in lingua arberesche sarà ufficialmente tenuta a battesimo domani giovedì 11 settembre 2025, nella Sala polifunzionale “Corrado Alvaro” della sede Rai di Cosenza, alla presenza dei vertici Rai e degli autori del progetto. Una iniziativa solenne, che prenderà il via in queste ore e in questi giorni, con una durata di tredici mesi- precisa una nota ufficiale della RAI- e che trova fondamento nella Legge 482 del 1999 e nel Contratto di servizio nazionale, che assicurano strumenti di tutela e valorizzazione delle minoranze linguistiche storiche presenti in Italia.

Tv e radio insieme, dunque, due linguaggi completamente diversi, per un unico racconto.

La televisione sarà il cuore visivo del progetto. Ogni settimana una puntata racconterà la vita e le tradizioni di un paese arbëreshë calabrese. La prima trasmissione offrirà invece un excursus storico per introdurre le origini e l’identità della comunità arbëreshe.

La radio, invece, complementare alla tv, darà voce al territorio con spazi di dialogo e approfondimento culturale, offrendo una prospettiva più intima e diretta.

Ma in compagnia di chi saremo da oggi in poi?

Alla conduzione radiofonica troveremo Federico Baffa, Lucia Martino e Papas Pietro Lanza, pronti a coinvolgere ascoltatori e comunità. Una direzione forte e un team qualificato.

La regia delle prime puntate televisive è invece affidata a Angelo Amoruso, calabrese di origine, regista della Nazionale Italiana, mentre il coordinamento tecnico vede impegnati Emanuele Franzese come responsabile di produzione, i bravissimi Massimiliano De Lio, Gianluca Fazio, Alessio Crupi e Domenico Picciotto, tra riprese e montaggio, e tante altre figure del coordinamento organizzativo appartenenti alla sede Rai di Cosenza ma non solo, Francesco Gallo, Sara Dente, Lidia Leta, Corrado Passino, e Gabriella Anello, che sono ve lo assicuro garanzia di qualità e di cura per ogni dettaglio. Dopo aver lavorato e vissuto con tutti loro per oltre 30 anni credo di poterlo scrivere con la massima libertà possibile.

Il team interno unisce invece competenze giornalistiche, linguistiche e creative varie, ci sono Nicola Bavasso, giornalista e autore del libro “Le minoranze tagliate della Calabria”, Saverina Bavasso, esperta di lingua arbëreshe, Eliana Godino, fotografa, scrittrice, autrice e ideatrice brillantissima del libro per bambini “Le mie Prime Parole Arbëreshe”, ma c’è anche Ettore Bonanno, storico fondatore di Fili Meridiani ed Emira Digital.

Naturalmente il progetto -dice Massimo Fedele- si avvale anche di consulenti esterni di provata fama, tra cui il Prof. Francesco Altimari e lo scrittore Carmine Abate, anche lui figlio di Carfizzi e anche lui grande conoscitore della lingua e della vita arbereshe.

Il Caporedattore di RAI Calabria Riccardo Giacoia e Roberta Serdoz Vice Direttrice della TGR oggi a Cosenza

Alla presentazione ufficiale del progetto, accompagnata dal Caporedattore di RAI Calabria Riccardo Giacoia, ci sarà anche la Vice Direttrice della TGR RAI Roberta Serdoz, a conferma di quanto la testata giornalistica diretta oggi da Roberto Pacchetti sia vicina a questi temi e a queste iniziative in difesa delle minoranze linguistiche, una Testata giornalistica che in Calabria ha raccontato la storia delle comunità arbereshe come nessuno potrebbe mai immaginare.A Cosenza viene data per certa anche la presenza questa mattina del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria Peppe Soluri in rappresentanza dei tantissimi giornalisti che in questi anni hanno collaborato a costruire il progetto finale.

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