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Giovanni Masotti, ci lascia un uomo perbene

24 Dicembre, 2025 | Comunicazioni

Il giornalista Giovanni Masotti

E’ morto ieri l’altro a Roma, per via di una broncopolmonite acuta, all’età di 74 anni, Giovanni Masotti, uno dei volti più noti della RAI in Italia.

La notizia fa immediatamente il giro delle redazioni e la prima reazione pubblica è quella del Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani: “Sono profondamente addolorato -sottolinea Tajani- per la scomparsa improvvisa di Giovanni Masotti. Se ne va un bravissimo giornalista, ma soprattutto un grande amico ed una persona perbene. Ricorderò le giornate passate insieme da studenti e da giornalisti. Ciao Giovanni, riposa in pace”.

Giovanni Masotti inizia la sua attività professionale nel 1974 a Momento-sera come cronista. Nell’ottobre 1977 debutta come conduttore del giornale radio di Radio Monte Carlo e nel 1979 passa alla Nazione di Firenze, dove si occupa di politica locale e nazionale e dove diventa capocronista.

Il suo primo esordio in RAI è nel 1988, quando viene assunto nella sede regionale della RAI di Firenze. Qui conduce il TGR Toscana delle 14:00 e delle 19:30, lavorando contemporaneamente per i telegiornali e i radiogiornali nazionali, e per via della sua verve così spiccata e del carisma mediatico che aveva viene chiamato a Roma al TG2 nel 1990.

Diventa giornalista parlamentare e dal 1994 al 1997 conduce l’edizione delle 23:30 con ascolti che alcune sere erano da record. Nominato nel frattempo caporedattore del politico nel 2002 diventa vicedirettore del TG2 dal Parlamento.

Dal 15 giugno del 2003 lascia Roma e si trasferisce al Parlamento Europeo come capo della sede Rai di Bruxelles, dove lavora principalmente per il TG1, coprendo in particolare il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea, un ruolo per lui di grande prestigio professionale, e rimane a Bruxelles fino a maggio del 2004 quando poi diventa vicedirettore di Rai 2 con delega sull’informazione.

Ma non finisce qui, tutta la sua carriera sembrava destinata a crescere in continuazione, ma questo era legato non solo alla sua grande capacità professionale quanto anche al suo modus vivendi, un vero signore d’altri tempi, mai uno screzio, mai un segno di intolleranza, mai una incomprensione, semmai ci fosse stata risolta alla fine davanti ad un sano caffè. Elegante, avvolgente in tutti i sensi, ma soprattutto di una empatia senza fine.

Dal 24 settembre al 15 ottobre 2004 viene chiamato a condurre Italia sì, Italia no su Rai 2, e sulla stessa rete, nel novembre di quello stesso anno, conduce con Daniela Vergara il programma d’informazione Punto e a capo. Non soddisfatto di questo, nel 2006 lascia di nuovo Roma e questa volta per Londra, dove la RAI gli assegna il ruolo di corrispondente dal Regno Unito e dove rimarrà fino al 2010. A Londra ci sono colleghi che ancora si ricordano di lui per questo suo stile assolutamente british che aveva non solo nel fare giornalismo ma anche nel vestire. Nel 2011 rifà le valigie e riparte questa volta per la Russia come corrispondente Rai da Mosca, dove rimarrà a lavorare fino al 2014. Anche da Mosca le sue cronache sono un fiore all’occhiello dell’informazione RAI in giro per il mondo.

Poi, da maggio 2016 torna al TG2 dove lavorerà come inviato di politica estera e da gennaio 2017 collaborerà con Videonews, ma curerà anche i servizi per il programma Terra!, insieme al grande Toni Capuozzo.

La sua biografia ufficiale ci dice anche che alle elezioni europee del 2024 si candida con Democrazia Sovrana Popolare in Italia centrale, unica circoscrizione dove la lista è riuscita a presentarsi, senza però nessun successo. Forse sarà proprio questo il primo vero insuccesso di una vita protesta al successo e all’ammirazione generale di chi invece lo conosceva e lavorava con lui. Una volta in pensione aveva scelto poi di tornare a vivere nella sua città di riferimento, Viterbo, dove aveva dato vita alla testata giornalistica Lamiacittànews e dovemi raccontò l’ultima volta che lo avevo sentito per telefono- “ho ritrovato le passioni dei miei primi anni da cronista”. Un’esperienza professionale che gli aveva ridato serenità e sorriso.

Al cordoglio espresso dal ministro Tajani si aggiunge oggi quello di Unirai FIGEC i cui vertici esprimono “profondo cordoglio per la scomparsa di Giovanni Masotti, giornalista Rai di lunga esperienza e professionalità. Alla famiglia, ai colleghi e a quanti hanno condiviso con lui un percorso umano e professionale va la nostra sincera vicinanza in questo momento di dolore”

Altrettanto sentito il cordoglio del direttore di Giornalistitalia.it Carlo Parisi, nella sua duplice veste anche di Segretario Generale della FIGEC. “Con Giovanni Masotti -scrive invece in una nota Deborah Bergamini, vicesegretaria e responsabile del Dipartimento Esteri e dei rapporti con la stampa internazionale di Forza Italia- se ne va un amico, un giornalista appassionato e scrupoloso, che per lunghi anni ha raccontato ai telespettatori del servizio pubblico l’Italia e il mondo. Lo ricordiamo anche come conduttore equilibrato e rispettoso di tutte le posizioni, doti che lo rendevano molto stimato. Alla sua famiglia vanno le più sentite condoglianze”. (pino nano)

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