di Mario Deon
Alcune complicanze successive ad un intervento chirurgico, ci hanno portato via, poco prima dell’estate, all’età di 79 anni, Guglielmo Rossini, voce storica di Radio Bari, amico e collega di lavoro per oltre vent’anni.
Guglielmo, iniziò la sua avventura nella Sede RAI di Bari a febbraio del 1976, dopo aver superato un concorso per ricoprire la posizione di speaker al giornale radio.
La sua voce grave, calda e profonda, dall’intonazione perfetta, in un tempo in cui al microfono della RAI bisognava essere perfetti, si alternava a quella di Marilena Pizzirani, altra voce iconica della Sede, dal timbro chiaro e leggero, ma netto e privo di incertezze e dalla sonorità molto dolce.
Insieme costituirono una sorta di marchio d’origine per le trasmissioni del giornale radio, che all’epoca trasmetteva per Puglia e Basilicata.
Quando iniziai il mio lavoro da Tecnico nella Sede, a partire da marzo 1979, ebbi il privilegio di ascoltare ed apprezzare “in diretta” le loro voci durante i miei turni in regia radio. Un gran piacere l’ascolto delle loro voci ed un gran piacere lavorare ed interagire con due persone come loro, di grande spessore umano e culturale, pur così diverse caratterialmente.
Anzi direi caratteri proprio opposti come le loro voci. Compita, elegante e raffinata, ma molto riservata Marilena, esuberante estroverso e giocherellone Guglielmo, che non perdeva mai occasione per fare degli scherzi alla vittima prescelta, Marilena, ma non solo, anche nel corso delle dirette radiofoniche.
All’ora del GR si creava insomma uno spettacolo nello spettacolo, un appuntamento per i colleghi della Sede, Tecnici, impiegati e giornalisti, che correvano a seguire dietro i vetri della regia, le performance di Guglielmo durante gli orari della messa in onda. Non volevano perdersi il suono vigoroso riprodotto delle potenti casse acustiche, che vibravano con la sua voce, e magari non volevano nemmeno perdersi qualche suo probabilissimo siparietto, sempre pronto ad imbarazzare chi era in diretta con lui nello studio, e ad intrattenere con ironia i colleghi all’ascolto.
Guglielmo che fece tesoro della grande esperienza di Marilena nella preparazione dei programmi di fascia regionale, si dedicò, nella struttura di programmazione, condotta dal Capostruttura Ettore De Marco alla realizzazione dei programmi radiofonici, avendo sempre un grande amore per la scena e lo spettacolo, e una grande competenza musicale.
Non fu casuale il suo impegno, fuori dalla RAI, a spettacoli nel Teatro Purgatorio, tempio del vernacolo barese, e già dal 1976. In sodalizio con Pippo Volpe, Angela Minafra e Michele Traversa, anime del programma domenicale “La Caravella”, portò in diversi Teatri di Bari e provincia (1977 e 1978), lo spettacolo “L’Italia si è rotta…”
Innumerevoli le sue realizzazioni di programmi che ospitavano i talenti di attori, scrittori ed esperti musicali del territorio pugliese, come Vito Maurogiovanni e Vito Signorile o nazionali, come Nando Gazzolo e Walter Maestosi, mostri sacri della radio dell’epoca. E tanti i collegamenti con le reti nazionali ad eventi musicali, in cui mostrava tutta la sua competenza formativa.
Quando RAI chiuse l’esperienza della programmazione radiofonica nelle Sedi regionali, non accettò mai la novazione in redazione come giornalista, come pure fecero altri colleghi, e continuò con le regie per la TGR Puglia. Un lavoro metodico, con poca creatività dal suo punto di vista, senza le luci dello spettacolo, senza il primo amore della radio. Insomma, Guglielmo appena si presentò l’occasione, lasciò il suo lavoro in RAI, nel 1997, per dedicarsi all’insegnamento in corsi di dizione, soprattutto ai giovani. E questo perché non amava accontentarsi dello stipendio a fine mese, ma il suo lavoro doveva essere occasione di sfide e crescite professionali appaganti.
Il cordone ombelicale che legava Guglielmo alla RAI però non si è mai completamente reciso. Tante le sue partecipazioni ai numerosi incontri Raisenior , e in particolare mi piace ricordare quella per il 60° della inaugurazione della Sede di Via Dalmazia, nel 2018, a cui si riferisce la foto.
Quando sono andato a fargli visita recentemente, sono rimasto colpito dalle tantissime foto-ricordo incorniciate su tutte le pareti di casa e che sapevano raccontare di una vita, quella di Guglielmo, protagonista negli spettacoli teatrali e televisivi. Su tutte una foto che lo ritrae insieme a Marilena Pizzirani, e pubblicata sulla rivista di Raisenior “Nuova Armonia” del 2014, insieme ad un un suo articolo: “omaggio alla radio” in cui commemora sia il mezzo radiofonico che la collega –amica descrivendola così: “affascinante, elegante, paziente e dura e riservata e agguerrita, ma davanti al microfono, capace di intimidirmi, perché era sempre autentica padrona del mezzo.”
La sintesi di un rapporto professionale unico, che ci riporta in un fantastico periodo di Radio Bari, e che conserveremo nel cassetto dei ricordi della generazione che ha avuto la felice occasione di viverla, insieme ai vinili ed agli acetati incisi in sala registrazione, ai chilometri di nastro magnetico ritagliati e montati a mano con i magnetofoni della Studer, ed alla maniacale attenzione, per ogni lavoro, di ascolto e riascolto per eliminare gli errori o le pause troppo lunghe. E che dire dei missaggi finali dei programmi radiofonici, in cui fra sigle, siparietti, sonorizzazioni e testi, avevamo in riproduzione simultanea 4, 5 ma anche 6 magnetofoni e generatori di suoni, che Guglielmo ci aiutava a gestire mentre le bobine di nastro roteavano tutte insieme, per la giusta partenza ed il giusto missaggio finale. Altro che era analogica!
Ciao Guglielmo e grazie per esserci stato insieme a noi tecnici e a tutti i lavoratori della Sede RAI di Bari, per la leggerezza e l’ironia che ci hai regalato, anche quando la tensione della diretta era palpabile ed i ritmi di lavoro intensi. Non ti dimenticheremo mai.