di Antonio Calajò
Caro Michele,
Domenica mattina ho ricevuto una telefonata dall’ amico Giorgio con la quale mi comunicava che non eri più con noi. Da una settimana non rispondevi alle mie telefonate e cominciavo ad avere brutti presentimenti.
Ma contavo sempre sulla tua enorme forza di volontà. Ed invece…
Sono rimasto sbigottito.
Era cresciuta in me la convinzione che ci saremmo rivisti all’ assemblea generale del prossimo anno.
Quanto sono vere le parole di Luciana:”Eri un mondo intero: irruenza, saggezza e bontà.Impossibile non amarti.”
Ci siamo conosciuti nel 2001e da subito tra di noi c’è stato un sentire comune,
che è andato avanti nel corso degli anni.
Forse è stata l’ origine sicula di entrambi,
la lealtà insita nei nostri caratteri, ma soprattutto ci ha legato l’amore incondizionato per l ‘ associazione.
Per parlare di te e ricordarti, non bastano certamente poche righe, anche se profondamente sentite.
Riposa in pace caro amico e fratello come mi chiamavi sempre tu.
Sarai sempre nella mia mente e nel mio cuore.
