
Si è conclusa a Cagliari la seconda edizione di “Parla Corto!”, il festival dedicato ai cortometraggi realizzati nelle lingue minoritarie italiane da registi under 36, organizzato da Rai Sardegna da un’idea di Carmen Botti Direttore di Sede.
Nato un anno fa tra la Sede Regionale RAI per la Sardegna, in collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni culturali “Parla Corto” promuove ogni anno -questa è la seconda edizione-, un concorso per la realizzazione di filmati di cortometraggio parlati in una lingua minoritaria dello Stato italiano. L’obiettivo del concorso -spiega la direttrice della Sede RAI della Sardegna Carmen Botti che è di fatto la vera anima del concorso e l’ideatrice del progetto- quello di stimolare la conoscenza e l’uso delle lingue minoritarie fra le giovani generazioni, favorendo forme di espressione con i mezzi di comunicazione audiovisiva e digitale. Ogni anno possono partecipare al concorso i giovani che non hanno compiuto 36 anni alla scadenza del bando con la presentazione di un filmato di cortometraggio di una durata compresa fra i cinque e i quindici minuti. Ciascun partecipante può proporre una sola opera.
Sono ammessi cortometraggi di finzione, documentari, animazione ecc. con il solo vincolo che siano in una delle lingue minoritarie riconosciute e tutelate dalla legge italiana così come indicate e rubricate sul sito istituzionale del Ministero dell’Istruzione e del Merito il quale testualmente stabilisce che: “Le minoranze linguistiche riconosciute e tutelate dalla legge sono 12: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.
“La giuria del Festival, presieduta da Nicola Claudio, Presidente di Rai Cinema e composta da Carlo Gentile, critico cinematografico Rai/SNCCI (che ha anche condotto la Premiazione), da Jacopo Chessa, direttore di Veneto Film Commission e Presidente di Italian Film Commission e dall’attrice e doppiatrice Sara Ciocca, dopo aver visionato le 24 opere in concorso ha voluto premiare ex aequo: “Claps e Peraulis” di Stefano Giacomuzzi per essere riuscito a vincere con la protagonista del corto Rosanna Bertoja “la sfida di trasporre in un prodotto audiovisivo la poesia., grazie alla particolare passione che entrambi hanno per i sassi.
Un film delicato, un manifesto romantico e realistico perché la poesia esiste anche senza parole”. E poi “Domus de Janas” di Maria Vittoria Daquino, perchè “trasporta lo spettatore nel mondo delle case delle fate, tra storia e leggenda. Un viaggio quasi onirico che la regista compie raccontando la magia e l’essenza delle tombe prenuragiche, riconosciute patrimonio mondiale dell’Unesco”.
Oltre ai Premi ufficiali del Festival, che prevedono anche un assegno di 1.500 ad ognuno dei vincitori, il Sindaco Cagliari Massimo Zedda ha voluto consegnare due premi a nome della Città, affiancando Rai Sardegna, da questa edizione, nel sostegno a Parla Corto.
La Menzione al Merito è andata invece a “Vivre eou Patoe” di Lorenzo Antonicelli per “la semplicità del racconto e per il raro equilibrio tra la vita quotidiana e una incrollabile passione per il proprio lavoro. Grazie anche ad una straordinaria fotografia degli gli scenari incantati della Valle d’Aosta”.
Durante la serata si sono esibiti: Matteo Muscas e la banda dei Sulittus di Pula, il soprano Maria Cristina Imbrogno, Fabien Lucianaz (Le digouridì), il duo Gota composto da Katia e Jan Moling, i Chel Grimal (Nicole Coceancig e Leo Virgili) e il popolarissimo cantante ska-reagge Bujumannu.
Tutti i corti vincitori saranno disponibili ora su RaiPlay. (Pino Nano)

Nicola Claudio, Presidente RAI Cinema*
E’ stato per me un grande onore presiedere la giuria del concorso Parla corto 2025, organizzato da Rai Sardegna.
Parla Corto nasce con un obiettivo chiaro: dare visibilità e voce a un patrimonio culturale e valoriale, offrendo a giovani talenti una vetrina in cui le loro opere diventano un ponte tra generazioni, territori e culture.
È un momento unico nel panorama italiano, un vero laboratorio di democrazia culturale che fa di Cagliari un punto di riferimento per la scena culturale nazionale, capace di unire incontri, scambi, riflessioni attraverso il linguaggio del cortometraggio, un linguaggio speciale, potente e accessibile nello stesso tempo, che contiene spesso sguardi inediti e nuove energie.
Oggi quindi non premiamo soltanto il talento creativo, ma riaffermiamo valori che sono le fondamenta della nostra vita democratica e culturale.
Il pluralismo linguistico, tutelato dalla nostra Costituzione, ci ricorda che ogni lingua e ogni voce sono parte essenziale della nostra identità collettiva, una ricchezza da proteggere e valorizzare: ogni lingua è una chiave di accesso ad un mondo di valori, memorie e sensibilità uniche e rappresentative di una identità. Non si tratta di mera tolleranza: è un impegno attivo a far convivere lingue, culture e prospettive diverse nello spazio comune della cittadinanza. È da questa pluralità di voci che nasce una società più coesa, inclusiva e democratica.
La tutela delle minoranze linguistiche costituisce un tema rilevante anche nello sviluppo della missione di servizio pubblico: rientra infatti nell’ambito dei principi generali del Contratto di servizio, che disciplina il rapporto tra la Rai e il Ministero concedente, che prevede in particolare che l’offerta deve raggiungere le diverse componenti della società, al fine di favorire lo sviluppo di una società inclusiva, equa e solidale e promuovere mediante appositi programmi e iniziative la partecipazione alla vita democratica. In questo senso, il pluralismo linguistico e culturale è un elemento essenziale per promuovere la coesione sociale e garantire una rappresentazione equilibrata e plurale della società.
Nel contesto illustrato risulta fondamentale il ruolo della Rai come servizio pubblico, e quindi come strumento culturale e sociale per conoscere, comprendere e raccontare la realtà contemporanea anche a livello storico e territoriale, ivi compreso il mosaico delle identità del nostro Paese.
In questa iniziativa, il linguaggio utilizzato è quello del corto cinematografico che, con la sua immediatezza e accessibilità, si conferma uno strumento efficace per rappresentare una pluralità di tal genere, offrendo ai registi emergenti concrete opportunità di visibilità e crescita professionale.
Il corto viene considerato generalmente un’opera agile, ma è tutt’altro che una forma semplice: perché non è facile trovare un linguaggio capace di racchiudere in pochi minuti l’intensità di una storia, la profondità di uno sguardo e la forza di un messaggio. Il cortometraggio è comunque anche un linguaggio di scouting, un’apertura concreta verso i giovani registi: è una palestra di creatività e di innovazione, capace di intercettare pubblici nuovi che possono ritrovare nel corto un modo immediato e autentico per riconoscersi nelle storie. Ecco quindi che la valorizzazione di giovani autori è funzionale, anche e soprattutto, ad intercettare un pubblico nuovo, magari cresciuto con l’abitudine dello streaming: un investimento strategico per attrarre nuove generazioni di spettatori e mantenere vivo il legame tra racconto audiovisivo e cittadinanza.
In questo la missione di Rai Cinema si riconosce appieno: promuovere il talento, sostenere le idee, dare spazio alle storie che raccontano il nostro tempo con autenticità e visione. Fare cultura significa anche guardare al domani e garantire ai talenti le migliori condizioni per emergere
Venendo ai lavori della giuria, riepilogo in sintesi che sono stati presentati 24 opere nelle diverse lingue, e precisamente:9 in sardo,2 in francese,2 in patois,4 in friulano,3 in tedesco,1 in valdostano,2 in ladino,1 in arbereshe.
Le predette opere sono state valutate dalla Giuria – oltre che sulla base della tecnica cinematografica e narrativa – tenendo conto anche delle finalità del concorso, che vuole essere, e continuare a essere: un laboratorio di idee, un terreno fertile in cui il pluralismo linguistico, la creatività giovanile e l’innovazione dei linguaggi si intrecciano tra loro in maniera complementare.
A nome dell’intera giuria, desidero ringraziare tutti i partecipanti per la passione e l’impegno che traspare da queste opere, che ci hanno ricordato quanto sia ricco, vario e, lo dico a livello personale, “sorprendente” il mosaico di storie e identità che compongono il nostro Paese.
Essere presenti qui significa anche ribadire il nostro impegno per un cinema che non ha paura di sperimentare, di emozionare, di interrogare la realtà.
Un ringraziamento speciale agli organizzatori e in particolare alla infaticabile Direttrice di Rai Sardegna, Carmen Botti, per una iniziativa che rappresenta un punto d’incontro prezioso tra le nuove voci del cinema e un pubblico variegato, con un obiettivo stimolante quale la diffusione di contenuti multimediali specie tra i giovani, sul tema del pluralismo linguistico. E un ringraziamento finale al pubblico: senza la cui presenza, il cinema non avrebbe senso.
(Inervento del Presidente di RAI Cinema Nicola Claudio alla cerimonia concusiva della Secoda Edizione di “Parla Corto”).